Corso: "La Valle “radiosa”: dal pacifismo del 1914 alla svolta interventista del 1915

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Fino alla fine della rovente estate 1914, i giornali locali raccontano una V alle tutta pacifista e neutralista: i fogli cattolici, assertori della punizione divina abbattutasi su un’umanità insensibile al quinto comandamento, esortano l’Italia ad intervenire nel conflitto solo con parole di pace, quelli anticlericali vedono nella conflagrazione europea l’esito di mezzo secolo di continui armamenti e se la prendono sia con i predicatori del castigo di Dio sia con le teste calde che vorrebbero coinvolgere il Paese in una «tuerie sauvage». Poi, con l’avvicinarsi dell’autunno, il periodico liberale “La Doire” corregge la rotta editoriale, e, nel volgere di una settimana appena, passa dal pacifismo a posizioni interventiste via via sempre più aggressive: un crescendo propagandistico che, sfociato l'anno seguente nel «maggio radioso», trasforma la redazione, espressione di un'élite politicamente minoritaria, in un comitato di agitazione pubblica che si erge con successo ad unico portavoce legittimo del popolo valdostano. Gli storici locali hanno definito questa svolta «impressionante» e «incomprensibile». Eppure una spiegazione c'è, ed è la stessa che consente di capire meglio come l'esigua, ma rumorosa minoranza interventista sia riuscita ad imporsi sulla stragrande, e silenziosa, maggioranza neutralista degli italiani.

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