I dati presentati nel nostro sito, il sito dell’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in Valle d’Aosta, risultano dalla ricerca condotta dagli Istituti storici della Resistenza del Piemonte e diretta da Claudio Dellavalle sulla documentazione della Commissione di riconoscimento delle qualifiche partigiane, conservata presso il Ministero della Difesa in Roma, tratti dai fogli riassuntivi dei fascicoli personali depositati presso l’archivio dell’Ufficio Ricompart, di pratiche esaminate dalla Commissione piemontese per l’accertamento delle qualifiche partigiane.
La elaborazione della ricerca — fatta a partire della banca dati informatica generale del partigianato piemontese presente dal 2005 nel sito Internet www.istoreto.it/archivio/banche dati/partigianato piemontese dell’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea (Torino) —, ha portato alla estrapolazione di una banca dati relativa a 3.384 nominativi tra partigiani combattenti, patrioti, benemeriti delle bande partigiane operanti in Valle d’Aosta dal 1943 al 1945 (II Zona partigiana).
Tale elaborazione è stata fatta all’interno del progetto Interreg III A Alcotra « La memoria delle Alpi. La mémoire des Alpes».
Oltre ai dati anagrafici, ogni scheda riporta la qualifica, le formazioni di appartenenza e relativi periodi, grado militare, le ferite e le decorazioni ottenute ed eventuali dati su decesso, cattura e deportazione.
Introduzione
Note
Considerato il raggruppamento di Comuni valdostani imposto nel 1928 dal regime fascista, i Comuni di nascita e di residenza sono quelli segnalati sul foglio-notizie personale del Corpo Volontari della Libertà (CVL) steso nell’immediato secondo dopoguerra, eccezion fatta per i Caduti partigiani di cui si sono inseriti i dati riportati nell’Albo d’Oro della Resistenza valdostana (2007).
Si è avuto cura, nell’elaborazione, di iscrivere sempre la denominazione in francese e corrente dei Comuni valdostani.
Per quanto riguarda i nomi delle persone nate in Valle d’Aosta, essi sono quelli riportati sul foglio-notizie anzidetto e, visto l’obbligatorietà dell’uso della «lingua dello Stato», essi sono quasi sempre tradotti in lingua italiana, anche se originariamente all’anagrafe erano in lingua francese e così, in lingua francese o in lingua franco-provenzale, tali persone venivano chiamate e conosciute nella vita delle comunità.